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LA RISCOPERTA DELL’ IMPORTANZA DELLO STRETCHING
Con l’allungamento muscolare tutti possono raggiungere il benessere del corpo e l’armonia della mente
Se ci sono doveri a cui il Covid ci ha abituati e che non vediamo l’ora di poterci lasciare alle spalle – i visi coperti dalle mascherine; salutarci con una gomitata; igienizzarci istintivamente e in maniera ossessiva –, ce ne sono tanti altri che dovremmo assimilare, interiorizzare, come si fa da piccoli quando apprendiamo un’esperienza e poi non ce ne dimentichiamo più.
Fra questi c’è il dovere di ascoltarci, di riappropriarci di un equilibrio troppo a lungo procrastinato e di una stabilità psicofisica ed emotiva che, con poca consapevolezza, negli anni abbiamo considerato accessoria e trascurabile.
Quando non prestiamo attenzione a cogliere i messaggi del nostro corpo, a riconoscere i segnali di stress, a comprendere che cosa ci manchi e a prenderci cura dei nostri sensi, infatti, è lì che il fisico ci presenta il conto. La
tensione si sfoga su vari livelli, con l’unica regola che, ciò che non funziona nel corpo, si riflette sulla mente e viceversa, in maniera diretta o indiretta. A tratti il
respiro si fa meno fluido, gli arti carichi e dolenti, la schiena difficilmente morbida e rilassata e viaggiamo vestiti di quella
pesantezza che si fatica a toglierci di dosso.
Eppure, qualche strumento per recuperare lo stato di benessere e liberarci da questa
sovrastruttura, in realtà esiste.
Lo stretching ne è un chiaro esempio. E la ricompensa ottenuta dalla sua pratica è un senso di rinnovata energia vitale.
Un’attività troppo spesso sottovalutata, poco studiata e, pertanto, difficilmente adottata, soprattutto da coloro che si improvvisano
trainer.
Al contrario, grazie alle competenze che i nostri istruttori hanno, negli anni, messo a disposizione della struttura – in gran parte laureati in Scienze Motorie e in possesso di numerosi master specialistici – in Ego abbiamo da sempre creduto fortemente nel valore dello stretching affidandogli una rilevanza sostanziale nello svolgimento di tutte le attività wellness. Il fatto che, questa fase epocale, ne abbia segnato il riconoscimento, per l’importanza e per i benefici che lo contraddistinguono, non può che essere per noi di Ego – che da sempre portiamo avanti ideali di benessere e corretto stile di vita – un’ulteriore e significativa conferma.
Nell’etimologia stessa del termine
“stretching”, sta il valore intrinseco di questa attività.
In inglese, significa, infatti, “fare allungamento”. E quindi espandersi, crescere, avanzare, protrarsi.
In una parola, distendersi.
Un bisogno che, troppo a lungo, abbiamo lasciato indietro.
No, non resto per lo stretching, devo scappare. Vado direttamente a fare la doccia
abbiamo detto più e più volte al coach che ce lo proponeva a fine lezione, a conclusione di una giornata iniziata con un caffè al volo per non fare tardi; un orecchio al cellulare e un occhio alle mail, sprofondando sulla sedia in ufficio; una scrivania scomoda dove consumare un panino per pranzo – o quella di casa adibita a postazione smart working – in un ritmo biologico fatto di traffico e di bile, di divano a fine serata e tv.
Un trantran di posture scorrette e innaturali: il busto inclinato e non appoggiato allo schienale della sedia; lo schermo troppo basso e il collo in avanti per leggere bene; le gambe accavallate; lo zaino pesante a sbilanciarci all’indietro.
Sollecitazioni pericolose. Una, due, tre, quattro e così via: impresse nella memoria del nostro hard disk umano come un’abitudine. Il risultato? Dolori e infiammazioni, nelle migliori delle ipotesi, alterazioni e patologie, nelle altre.
Un deficit che, uno stretching accurato e calibrato, potrebbe in gran parte prevenire o colmare, se coadiuvato da un’attività fisica completa.
Esercizio e allungamento, del resto, rappresentano due facce di una stessa medaglia.
Qualunque distretto muscolo-tendineo rigido e contratto finirà per mostrare prematuramente i suoi limiti, ma sottoposto con regolarità alla pratica dello
stretching, ammorbidirà le fibre, elevando in potenza le sue prestazioni. L’allungamento, peraltro, è risaputo che migliori anche la coordinazione, incida sulla forza e sull’ampiezza dei movimenti, ci aiuti a mettere a frutto le energie di cui disponiamo, aumenti i risultati, sia tonificante e prevenga alcune patologie. Non è certo un caso che, all’estero, stiano sorgendo dei veri e propri
StretchLab (con attività attive e anche passiva) dove avviare percorsi personalizzati sulla base delle varie esigenze dei clienti.
Proprio come un edificio che, per resistere all’usura e alle intemperie, deve disporre di una struttura solida e, al contempo, essere flessibile per non cedere alla prima scossa sismica, così il nostro corpo deve essere in grado di mantenersi nel tempo e di assorbire i suoi personali terremoti:
gli eventi fisici stressanti e le tempeste dell’anima.
Limitare lo stretching all’impatto che ha
sul nostro corpo, infatti, è sbagliato e riduttivo. I suoi effetti si riverberano, con grande efficacia, anche
sulla mente, aiutandoci a entrare in empatia con noi stessi, prendere confidenza e risvegliare la nostra percezione, attraverso le tecniche di meditazione, il
training autogeno o il metodo
mindfulness, oppure lo
yoga o il
pilates.
Sistemi che ci consentono di visualizzarci, toccarci, focalizzare l’attenzione sulle piccole zone che ci compongono: le dita dei piedi, le caviglie, i polpacci, le ginocchia. E su su fino a salire. Approcci che aumentano la consapevolezza, riattivano i neuroni quando ci sentiamo un po’ impigriti, aprono lo sguardo a un nuovo orizzonte e ci permettono di goderci lo spettacolo. Perfettamente padroni della scena. Perché – non dimentichiamolo – una figura eretta, fiera e aperta lancia anche un messaggio ben preciso nell’ambito della comunicazione non verbale: quello di una persona sicura di sé, decisa e risoluta.
Potersi sentire in pace con se stessi non è – e non deve essere – un lusso per pochi. E forse, proprio la vita in stand-by a cui il
Covid ci ha costretti nell’ultimo periodo, ha fatto suonare questo
campanello di allarme.
Ciascuno di noi può raggiungere il
benessere del corpo e l’
armonia della mente, semplicemente allenandosi a farlo. Senza farsi spaventare se, inizialmente, non arriva a toccarsi i piedi, ad afferrarsi le mani dietro la schiena o a lasciare fuori da quell’esperienza le distrazioni che arrivano dal mondo esterno, ma insistendo, senza esitazione, in maniera graduale e con disciplina,
raccogliendo i frutti di quell’impegno ogni giorno un po’ di più.
Riuscire a liberarsi dalle tensioni fisiche ed emotive rappresenta
un momento di riscatto con se stessi, per la connessione che si crea con il sé, per le virtù e per i benefici che produce e, ciascuno di noi, dovrebbe poterselo concedere. Che sia oggi, con il tempo che, a tratti, sembra quasi essersi messo in pausa; che sia domani, quando gli ingranaggi dei nostri orologi riprenderanno inesorabili ad accelerare,
non dovremo mai più dimenticare di ascoltarci.